Gli appalti pre-commerciali sono appalti finalizzati alla conclusione di contratti aventi ad oggetto servizi di Ricerca e Sviluppo esclusi dall’ambito di applicazione del Codice Appalti. Furono introdotti in Europa all’inizio del secolo sulla spinta della crisi economica e finanziaria globale: lo scopo era intraprendere una strategia di rafforzamento della propria politica della ricerca che puntasse al rafforzamento della concorrenza nel settore degli appalti pubblici, considerato come strategico per l’innovazione richiesta ai governi dalle nuove sfide globali. A tal proposito venne utilizzato come esempio il sistema americano in cui la ricerca e l’innovazione erano e sono centrali, stante l’importanza che rivestono nello sviluppo del benessere economico.
L’applicazione del sistema americano all’Europa, teatro di esigenze differenti, ha portato però ad una diversificazione degli investimenti pubblici rispetto ai settori americani. Ed invero, grazie agli investimenti, ad esempio nel settore industriale, si è assistito ad uno sviluppo della competitività internazionale delle imprese e, di conseguenza, ad un più generale sviluppo della competitività dell’economia nazionale a livello globale.
La recente crisi ha portato nuovamente alla ribalta lo studio e l’analisi del ruolo della domanda pubblica di innovazione quale fattore di stimolo della crescita economica. Ed invero, con la Strategia di Lisbona, elaborata in seno alla riunione dei Capi di Stato e di Governo nel 2000, il sostegno alle attività di ricerca, sviluppo e innovazione, in funzione strumentale alla crescita economica e sociale è diventato un tema cruciale dell’agenda politica europea. Ed è proprio in quest’ottica che acquistano grande rilievo gli appalti pre-commerciali, appalti che intervengono laddove non è possibile far fronte alle esigenze per il solo mezzo dell’acquisizione di soluzioni già presenti sul mercato. Gli appalti precommerciali si configurano come uno strumento ulteriore di politica dell’innovazione, che si aggiunge a quelli tradizionali delle sovvenzioni e delle agevolazioni fiscali. Essi sono regolati all’art 158 comma 2 del d.lgs. n. 50/2016 (Nuovo Codice Appalti) che prevede che “le stazioni appaltanti possono ricorrere, nel rispetto dei principi di cui all’articolo 4 del presente codice, agli appalti pubblici precommerciali, destinati al conseguimento di risultati non appartenenti in via esclusiva all’amministrazione aggiudicatrice e all’ente aggiudicatore perché li usi nell’esercizio della sua attività e per i quali la prestazione del servizio non è interamente retribuita dall’amministrazione aggiudicatrice e dall’ente aggiudicatore, così come definiti nella comunicazione della Commissione europea COM 799 (2007) del 14 dicembre 2007, nelle ipotesi in cui l’esigenza non possa essere soddisfatta ricorrendo a soluzioni già disponibili sul mercato le disposizioni in materia di appalti pubblici commerciali”
Sebbene la disciplina in materia sia piuttosto lacunosa, i possibili campi di applicazione di questo strumento sono:
Lo Studio assiste i propri clienti a partire dalle trattative, sino alla sottoscrizione degli accordi, con particolare attenzione agli aspetti riguardanti la condivisione di rischi e benefici tra il committente pubblico e l’ impresa, al co-finanziamento da parte delle imprese partecipanti e allo sviluppo competitivo per fasi.