Nel settore dei contratti pubblici, ogni dettaglio della documentazione di gara può fare la differenza tra una competizione leale e una distorsione del mercato. Recentemente, è stato richiesto il nostro supporto legale da un’azienda italiana altamente specializzata nella produzione di tessili tecnici con elevate performance ambientali, che si è trovata penalizzata in una procedura ad evidenza pubblica per la fornitura di beni alla pubblica amministrazione.
L’appalto, di rilevante valore economico, prevedeva come criterio di aggiudicazione l’offerta economicamente più vantaggiosa, con conseguente obbligo – secondo la normativa vigente – di attribuire punteggio anche ai criteri ambientali premianti, secondo quanto stabilito dal Decreto CAM 2023 relativo a quella categoria di prodotti.
Il problema: CAM ignorati, concorrenza alterata
Analizzando il capitolato tecnico e il disciplinare di gara, abbiamo rilevato una grave omissione: pur essendo richiamati i requisiti ambientali minimi obbligatori, era del tutto assente qualsiasi riferimento ai criteri premianti – come l’impiego di materiali riciclati, biologici, o certificati secondo standard internazionali di sostenibilità.
Non solo: non veniva fornita alcuna motivazione sull’omessa considerazione dei criteri avanzati, in violazione dell’art. 57 del d.lgs. n. 36/2023 (Codice Appalti), che impone alla stazione appaltante di motivare puntualmente ogni deroga rispetto all’applicazione integrale dei CAM in caso di OEPV.
Per un’impresa che ha investito anni di ricerca in innovazione ambientale, si trattava di una disparità competitiva inaccettabile, che riduceva l’intera selezione a una gara “al ribasso” sul prezzo, senza valorizzare la qualità ambientale dell’offerta.
La risposta: istanza in autotutela e presidio tecnico-legale
Il nostro studio ha quindi elaborato una istanza tecnica in autotutela, fondata su un’analisi comparativa tra la lex specialis e i contenuti normativi del decreto CAM, dimostrando come l’omissione dei criteri premianti costituisse una lesione del principio di concorrenza e una violazione degli obblighi normativi sulle gare sostenibili.
L’intervento, pur collocandosi in fase precontenziosa, è stato formulato in termini precisi, tecnici e puntuali, e, grazie all’accoglimento dell’istanza, ha tutelato la posizione dell’impresa non solo nella specifica procedura, ma anche in ottica strategica e reputazionale.
L’importanza del presidio legale nelle gare verdi
Questa esperienza dimostra come la transizione ecologica nella PA non possa ridursi a un’etichetta formale. L’applicazione effettiva dei CAM, specie in presenza di criteri OEPV, non è una facoltà discrezionale, ma un obbligo giuridico. E ogni impresa che investe in sostenibilità ha il diritto – e il dovere – di pretendere gare trasparenti e valorizzanti.
Lo studio legale Tristano supporta gli operatori economici in tutte le fasi della contrattazione con la pubblica amministrazione, offrendo competenza normativa, analisi tecnico-ambientale integrata e soluzioni rapide per tutelare gli investimenti in innovazione.